Il saluto del Caposestiere Matteo Silvestri
9 Marzo 2020. L’inizio di una tragedia come la pandemia. Esperienza studiata sui libri di scuola, quasi impossibile da verificarsi, eppure eccola qui e ancora oggi (fortunatamente in maniera ridotta) conviviamo con le sue conseguenze. Oggi però si intravede una luce in fondo al tunnel grazie alla vaccinazione e ai tanti sacrifici che abbiamo fatto in questi mesi. In questo contesto la Quintana che fine ha fatto? Una domanda che può sembrare inopportuna ma che per noi ascolani e sestieranti a-manti della nostra rievocazione non lo è affatto. In questi mesi di oblio quasi totale abbiamo cercato di mantenere un filo digitale dando informazioni e soprattutto speranza a chi ci ha chiesto cosa si farà quest’anno?. Quest’ultima domanda ha molte sfaccettature: la perdi-ta di contatti sociali tra le persone e, non da meno, il lato economico.
Per le associazioni come la nostra, che vivono di esperienze di vita sociale e lavorano agli eventi con-nessi alla Giostra della Quintana, il danno è stato veramente grande. Basti pensare che l’ultimo evento ufficiale è datato febbraio 2020 i conti sono presto fatti. In un’ottica di ripresa delle attività abbiamo bisogno del sostegno dell’Amministrazione comunale, degli sponsor e soprattutto di sestieranti che possano in sicurezza fruire della nostra sede. Missione veramente difficile poiché c’è da ricostruire un tessuto sociale di relazioni e collaborazioni con le varie associazioni ed enti che gravitano intorno al sestiere. Tante sono le attività economiche vicine a noi sia come partner sia come fornitori e sarà imprescindibile per la ripresa della attività. C’è la ferma volontà di ritornare alla normalità, di rivivere i momenti tipici della nostra estate (giostre, gare degli sbandieratori e musici e degli
arcieri) ma le modalità ancora non sono note. Alle istituzioni il compito più delicato di darci delle risposte che saranno imprescindibili dal popolo quintanaro. La voglia di partecipazione e di normalità è grande in tutti noi ma dobbiamo attenerci a regole che sicuramente saranno limitative e che dovremo rispettare. L’augurio, da parte mia, è quello di poter fare il più possi-bile raddoppiando gli sforzi e cercando di coinvolgere il maggior numero di persone possibile. Abbiamo la necessità di fare davvero “Quintana” nello spirito che ha animato i nostri avi nel 1955 quando tutto è nato. Abbiamo bisogno di condividere serate in allegria e di ritrovarci all’ombra delle nostre insegne, del supporto economico necessario. Insomma dovremo essere all’altezza di riprenderci la nostra “normalità”. Vi invito a partecipare alle iniziative che troverete sempre aggiornate e disponibili sui nostri canali social. Forza Porta Tufilla!!